Pubblicato da
Francesco Consalvo
•
aprile 30, 2025
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Shigeru Miyamoto
chevron_rightProfessione: Game Designer, Producer e Regista
chevron_rightData di nascita: 16 novembre 1952
chevron_rightLuogo di nascita: Sonobe, Giappone
chevron_rightIn attività da: 1977
chevron_rightAffiliazione: Nintendo
chevron_rightProfessione: Game Designer, Producer e Regista
chevron_rightData di nascita: 16 novembre 1952
chevron_rightLuogo di nascita: Sonobe, Giappone
chevron_rightIn attività da: 1977
chevron_rightAffiliazione: Nintendo
Shigeru Miyamoto: Il Padre dei Videogiochi Moderni
Considerato universalmente come il più influente game designer della storia, Shigeru Miyamoto ha rivoluzionato l'industria videoludica attraverso una visione creativa senza precedenti. La sua carriera quarantennale in Nintendo ha dato vita a franchise iconici come Super Mario, The Legend of Zelda e Donkey Kong, ridefinendo costantemente i parametri del medium videoludico. La sua filosofia di design, incentrata sull'accessibilità, la giocabilità intuitiva e il senso di meraviglia, ha plasmato generazioni di giocatori e creatori in tutto il mondo.
Gli Inizi e l'Ingresso in Nintendo
Nato nella cittadina rurale di Sonobe nella prefettura di Kyoto, Miyamoto trascorse l'infanzia esplorando le colline, i boschi e le grotte che circondavano la sua casa. Queste esperienze infantili di esplorazione e scoperta avrebbero successivamente ispirato molte delle sue creazioni videoludiche, in particolare The Legend of Zelda. La sua formazione artistica presso il Kanazawa Municipal College of Industrial Arts lo condusse a sviluppare una sensibilità estetica unica, combinando tradizione giapponese e innovazione visiva.
Nel 1977, Miyamoto entrò in Nintendo, allora principalmente produttrice di carte da gioco e giocattoli che stava tentando la transizione verso il mercato dei videogiochi arcade. Fu assunto come artista concettuale, ma la sua creatività e visione lo portarono rapidamente a posizioni di maggiore responsabilità. L'allora presidente di Nintendo, Hiroshi Yamauchi, notando il talento del giovane designer, gli affidò la conversione di un gioco arcade fallimentare in quello che sarebbe diventato il rivoluzionario Donkey Kong nel 1981, il primo grande successo internazionale dell'azienda.
La Rivoluzione Donkey Kong
Donkey Kong rappresentò una svolta fondamentale non solo per Nintendo, ma per l'intero panorama videoludico. Miyamoto concepì una narrazione semplice ma efficace: un gorilla rapisce la fidanzata del protagonista, che deve superare ostacoli per salvarla. Il protagonista, originariamente chiamato "Jumpman", sarebbe poi diventato Mario, la mascotte più riconoscibile della storia dei videogiochi. La meccanica di gioco, basata su salti precisi e tempismo, stabilì le fondamenta del genere platform, mentre l'approccio narrativo dimostrò che anche i videogiochi potevano raccontare storie coinvolgenti.
L'impatto commerciale di Donkey Kong fu straordinario, salvando la divisione americana di Nintendo da una crisi finanziaria e posizionando l'azienda come innovatore nel settore arcade. Questo successo garantì a Miyamoto maggiore libertà creativa e l'opportunità di guidare progetti sempre più ambiziosi, consolidando il suo ruolo all'interno dell'azienda.
L'Era NES: La Nascita di Mario e Zelda
Con il lancio del Nintendo Entertainment System (NES) nel 1985, Miyamoto ebbe la piattaforma ideale per espandere la sua visione creativa. Super Mario Bros. rivoluzionò i videogiochi casalinghi con i suoi livelli scorrevoli, il design preciso e una progressione di difficoltà magistralmente calibrata. Il gioco vendette oltre 40 milioni di copie, diventando il titolo più venduto della storia fino all'avvento di Wii Sports decenni dopo, e stabilì Mario come icona culturale globale.
Nel 1986, Miyamoto creò The Legend of Zelda, un'esperienza radicalmente diversa che privilegiava l'esplorazione, la scoperta e la risoluzione di enigmi in un mondo aperto. La libertà concessa al giocatore, la mancanza di una progressione lineare e l'introduzione di elementi come la batteria di salvataggio incorporata nella cartuccia rappresentarono innovazioni fondamentali. Questi due franchise stabilirono i pilastri su cui Nintendo avrebbe costruito la sua identità per i decenni successivi.
L'Evoluzione Creativa: SNES e Nintendo 64
Con l'avvento del Super Nintendo Entertainment System (SNES) nei primi anni '90, Miyamoto supervisionò lo sviluppo di Super Mario World e The Legend of Zelda: A Link to the Past, raffinando e perfezionando le formule dei suoi capolavori precedenti. Contemporaneamente, nuove creazioni come Star Fox dimostrarono la sua volontà di sperimentare con tecnologie emergenti come il chip Super FX per la grafica 3D.
La transizione al 3D con il Nintendo 64 rappresentò forse il momento più rivoluzionario della carriera di Miyamoto. Super Mario 64 (1996) è universalmente riconosciuto come il titolo che definì gli standard del gameplay tridimensionale, con un sistema di controllo intuitivo e una telecamera che risolveva elegantemente le sfide della navigazione 3D. The Legend of Zelda: Ocarina of Time (1998) portò l'innovazione ancora oltre, con un sistema di combattimento basato sul lock-on, una narrativa cinematografica e un mondo vasto ed interconnesso. Ancora oggi, Ocarina of Time è considerato da molti critici il miglior videogioco mai realizzato.
L'Era Moderna: Dai GameCube alla Switch
Con l'ascesa al ruolo di direttore creativo di Nintendo, l'influenza di Miyamoto si estese oltre i singoli progetti, plasmando l'intera filosofia aziendale. Durante l'era GameCube (2001-2006), supervisionò la creazione di titoli innovativi come Pikmin, che mostrava il suo continuo interesse per concetti di gameplay freschi e originali. Allo stesso tempo, continuò a guidare l'evoluzione di franchise storici con giochi come The Legend of Zelda: The Wind Waker, la cui direzione artistica cel-shaded generò inizialmente controversie ma fu poi riconosciuta come visionaria.
Con Wii (2006), Miyamoto incarnò la strategia "Blue Ocean" di Nintendo, puntando a raggiungere un pubblico non tradizionale attraverso controlli intuitivi basati sul movimento. Wii Sports e Wii Fit rappresentarono perfettamente questa filosofia, attirando milioni di giocatori casual e ridefinendo il concetto stesso di videogioco. Parallelamente, supervisionò capolavori come Super Mario Galaxy, che combinava innovazione e tradizione in un'esperienza platform rivoluzionaria.
Durante l'era Wii U, nonostante le difficoltà commerciali della console, Miyamoto continuò a sperimentare con nuove proprietà intellettuali come Splatoon e a esplorare nuove modalità di interazione come nel caso di Star Fox Zero. Con l'avvento di Nintendo Switch nel 2017, il suo contributo a The Legend of Zelda: Breath of the Wild ha nuovamente ridefinito gli open world, mentre Super Mario Odyssey ha rappresentato un ritorno trionfale alle origini esplorative di Mario 64, arricchite da meccaniche innovative.
Filosofia di Design e Approccio Creativo
La filosofia di design di Miyamoto può essere riassunta nel concetto giapponese di "深い遊び" (fukai asobi), o "gioco profondo": esperienze semplici da comprendere ma ricche di profondità da padroneggiare. Il suo approccio privilegia sempre la giocabilità rispetto alla grafica o alla narrazione, seguendo il principio che "un gioco buono è divertente anche con grafica scadente, mentre un gioco brutto rimane tale anche con la migliore grafica".
Miyamoto è noto per derivare ispirazione dalle esperienze quotidiane: l'hobby del giardinaggio ha influenzato Pikmin, il suo cane ha ispirato Nintendogs, l'esplorazione di grotte da bambino ha dato vita a The Legend of Zelda. Questo radicamento nelle esperienze umane universali contribuisce all'accessibilità e al fascino transgenerazionale dei suoi giochi.
Un'altra caratteristica distintiva del suo metodo è il processo di "sottrattivo": durante lo sviluppo, spesso elimina elementi inizialmente previsti per concentrarsi sull'essenza dell'esperienza di gioco. Questo approccio minimalista e raffinato ha prodotto esperienze di gioco eleganti e immediatamente comprensibili, libere da complessità superflue.
Per essere divertente un gioco deve essere sempre facile da capire: deve bastare uno sguardo per comprendere immediatamente cosa fare. Deve essere strutturato in modo da intuire lo scopo del gioco a prima vista e poi, se non ce la fai a superare la prova, te la prendi con te stesso e non con il gioco. Inoltre, deve essere divertente anche per chi ti sta intorno e ti guarda giocare.
Da "Iwata Chiede: New Super Mario Bros. Wii Vol.1"
Eredità e Influenza Culturale
L'impatto di Miyamoto sull'industria videoludica è incommensurabile. È stato il primo game designer ad essere inserito nella Hall of Fame dell'Academy of Interactive Arts & Sciences nel 1998, e le sue opere hanno costantemente ridefinito i parametri di eccellenza del medium. È stato riconosciuto come una delle persone più influenti al mondo da Time Magazine, che gli ha dedicato una copertina, un onore raramente concesso a figure del mondo videoludico.
I personaggi e i mondi da lui creati hanno trasceso il medium videoludico, diventando icone culturali globali. Mario è riconosciuto più ampiamente di Topolino tra le generazioni più giovani, e franchise come The Legend of Zelda hanno ispirato innumerevoli opere in altri media. L'influenza di Miyamoto si estende anche al cinema, con il successo del film d'animazione "Super Mario Bros. - Il Film" (2023) che ha incassato oltre un miliardo di dollari al botteghino globale.
Il suo approccio al design ha influenzato generazioni di sviluppatori, da Hideo Kojima a Hidetaka Miyazaki, creando un'eredità che continua a plasmare l'evoluzione dei videogiochi. La sua enfasi su accessibilità, divertimento immediato e meccaniche intuitive ha stabilito principi di design che rimangono fondamentali ancora oggi.
Ruolo Attuale e Visione Futura
Negli ultimi anni, Miyamoto ha gradualmente ridotto il suo coinvolgimento diretto nello sviluppo dei giochi per assumere un ruolo più da mentore e supervisore, preparando la prossima generazione di talenti Nintendo. Come Representative Director e Fellow di Nintendo, continua a influenzare la direzione creativa dell'azienda e a supervisionare l'espansione del brand Nintendo in nuove aree, come i parchi a tema (Super Nintendo World presso Universal Studios) e le produzioni cinematografiche tramite Nintendo Pictures.
Nonostante l'età avanzata, Miyamoto mantiene un entusiasmo giovanile e una curiosità instancabile verso nuove forme di intrattenimento e interazione. La sua visione per il futuro di Nintendo rimane focalizzata sulla creazione di esperienze uniche che portino gioia alle persone di tutte le età, piuttosto che inseguire tendenze tecnologiche o imitare i concorrenti.
In un'industria dominata da realismo grafico, violenza e monetizzazione aggressiva, Miyamoto continua a difendere un approccio più puro e giocoso all'intrattenimento interattivo. Il suo impegno verso esperienze inclusive, familiari e genuinamente divertenti rimane una bussola morale per Nintendo e un contrappunto necessario alle tendenze dominanti del settore.
Curiosità
- Il personaggio di Mario è stato originariamente chiamato "Mr. Video" da Miyamoto, che immaginava sarebbe diventato la mascotte di Nintendo e sarebbe apparso in tutti i loro giochi.
- Il design di Yoshi è stato concepito sin dai tempi del NES originale, ma le limitazioni tecniche hanno impedito a Miyamoto di implementarlo fino all'uscita del Super Nintendo.
- La paura di Miyamoto per i cani durante l'infanzia ha ispirato il design degli Chain Chomp in Super Mario Bros. 3.
- Il suo hobby del giardinaggio lo ha portato a creare la serie Pikmin, con le creature titolari ispirate dall'osservazione delle piante nel suo giardino.
- Miyamoto è un musicista amatoriale e suona il banjo, la chitarra e la mandolino. La sua passione per la musica ha influenzato giochi come Wii Music.
- Ha una "regola dei 4 secondi" per il design dei suoi giochi: qualsiasi meccanica fondamentale deve essere divertente entro i primi 4 secondi di utilizzo.
- Contrariamente alla pratica comune nell'industria, Miyamoto raramente permette che i suoi giochi vengano rilasciati con date prestabilite, preferendo ritardarli fino a quando non li considera completi e perfettamente rifiniti.
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