Pubblicato da
Francesco Consalvo
•
maggio 05, 2025
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chevron_rightTitolo:
The Legend of Zelda: Majora's Mask
chevron_rightConsole di uscita: Nintendo 64
chevron_rightData di uscita: Aprile 2000 (Giappone), Ottobre 2000 (Nord America), Novembre 2000 (Europa)
chevron_rightGenere: Action-Adventure
chevron_rightSviluppatore: Nintendo EAD
chevron_rightDirector: Eiji Aonuma
chevron_rightCompositore: Koji Kondo, Toru Minegishi
chevron_rightConsole di uscita: Nintendo 64
chevron_rightData di uscita: Aprile 2000 (Giappone), Ottobre 2000 (Nord America), Novembre 2000 (Europa)
chevron_rightGenere: Action-Adventure
chevron_rightSviluppatore: Nintendo EAD
chevron_rightDirector: Eiji Aonuma
chevron_rightCompositore: Koji Kondo, Toru Minegishi
The Legend of Zelda: Majora's Mask - L'Apocalisse in Tre Giorni
The Legend of Zelda: Majora's Mask rappresenta uno dei capitoli più unici, audaci e psicologicamente complessi dell'intera saga di Zelda. Pubblicato nel 2000 per Nintendo 64, questo titolo è stato sviluppato in appena 18 mesi, utilizzando lo stesso motore grafico di Ocarina of Time. Nonostante i tempi di sviluppo ridotti, o forse proprio grazie a questi vincoli creativi, Majora's Mask è riuscito a distinguersi come un'opera dal tono incredibilmente maturo e inquietante, diventando nel tempo oggetto di culto tra i fan della serie e simbolo dell'audacia creativa di Nintendo.
Un Mondo Parallelo e una Luna Minacciosa
Ambientato nel mondo di Termina, una dimensione parallela a Hyrule, Majora's Mask racconta la storia di Link che, dopo gli eventi di Ocarina of Time, si ritrova catapultato in una realtà distorta e minacciata da un'imminente apocalisse: una luna dal volto grottesco sta per schiantarsi sul mondo, distruggendo ogni cosa. Link ha solo tre giorni per impedire la catastrofe, un tempo insufficiente che lo costringe a utilizzare l'Ocarina del Tempo per tornare ripetutamente all'inizio del ciclo temporale. Questo meccanismo di loop temporale, rivoluzionario per l'epoca, permette a Link di conservare oggetti chiave e conoscenze acquisite mentre il mondo attorno a lui si resetta continuamente, creando un'esperienza di gioco unica dove ogni minuto conta.
Il Ciclo dei Tre Giorni: Innovazione nel Gameplay
Il ciclo temporale di 72 ore (che nel gioco corrispondono a circa 54 minuti reali) rappresenta l'innovazione più significativa di Majora's Mask. Il tempo scorre continuamente, influenzando gli eventi del mondo: i personaggi seguono precise routine quotidiane, le missioni sono disponibili solo in determinati momenti e l'avvicinamento della luna modifica gradualmente l'atmosfera e il comportamento degli abitanti. Questa meccanica costringe il giocatore a pianificare attentamente le proprie azioni, creando un'esperienza di gioco tesa e strategica. Il sistema dell'"Elegy of Emptiness", che permette di lasciare statue di se stessi per risolvere enigmi multi-temporali, aggiunge ulteriore profondità a questo meccanismo, così come il Notebook dei Bomber che aiuta il giocatore a tenere traccia degli eventi e delle missioni legate ai vari personaggi.
Le Maschere: Identità Multiple e Trasformazioni
Se Ocarina of Time aveva introdotto l'alternanza tra Link bambino e Link adulto, Majora's Mask espande questo concetto attraverso l'uso delle maschere trasformative. Le tre principali – Deku, Goron e Zora – permettono a Link di assumere le sembianze e le abilità di queste razze, modificando radicalmente il gameplay. La maschera Deku conferisce la capacità di planare e saltare sull'acqua, quella Goron trasforma Link in un potente guerriero capace di rotolare a grande velocità, mentre la maschera Zora gli dona abilità acquatiche senza pari. Oltre a queste, il gioco include 21 maschere aggiuntive con effetti minori ma spesso fondamentali per completare missioni secondarie o sbloccare segreti. La maschera di Majora stessa, indossata dal Skull Kid antagonista, rappresenta il fulcro narrativo dell'intera avventura.
Temi Oscuri: Morte, Dolore e Accettazione
Contrariamente all'avventura eroica classica di molti capitoli della serie, Majora's Mask affronta temi sorprendentemente cupi per un gioco Nintendo: il dolore, la perdita, la morte e l'accettazione del proprio destino permeano ogni aspetto della narrazione. Ogni maschera trasformativa è legata all'anima di un defunto, e indossarla significa in qualche modo perpetuarne il ricordo e completarne il viaggio incompiuto. La Luna stessa, con il suo ghigno inquietante, diventa un memento mori costante per i personaggi e il giocatore. Le missioni secondarie esplorano storie di separazione, rimpianto e redenzione: la coppia di Anju e Kafei, divisi da una maledizione; il rancher Romani e la sua battaglia contro misteriosi rapitori; il compositore Sharp, consumato dalla gelosia verso il fratello. Il gioco non offre facili consolazioni ma invita a trovare significato nell'aiutare gli altri anche di fronte all'inevitabile.
Clock Town: Un Microcosmo in Evoluzione
Clock Town, la città centrale di Termina, rappresenta uno degli ambienti più vivi e dinamici mai creati nei videogiochi dell'epoca. Divisa in quattro distretti (Nord, Sud, Est e Ovest) più l'area centrale della Torre dell'Orologio, la città ospita decine di personaggi con routine quotidiane dettagliate che cambiano nel corso dei tre giorni. Man mano che l'apocalisse si avvicina, la città si trasforma: negozi chiudono, cittadini fuggono o si barricano, e l'atmosfera passa dall'eccitazione per il Carnevale del Tempo alla disperazione. Osservare questa trasformazione graduale, e come diversi personaggi reagiscono alla crisi imminente, offre un'esperienza narrativa ambientale straordinariamente efficace, che anticipa tecniche di storytelling divenute comuni nei giochi moderni.
Le Quattro Regioni: Diversità Ambientale e Culturale
Oltre a Clock Town, Termina è suddivisa in quattro regioni principali, ognuna afflitta da una catastrofe locale che preannuncia l'apocalisse imminente. Woodfall, la palude a sud, è avvelenata e la principessa Deku è scomparsa. Snowhead, la montagna a nord, è intrappolata in un inverno innaturale che minaccia la tribù Goron. Great Bay a ovest, con le sue spiagge e l'oceano, affronta il riscaldamento anomalo delle acque e la morte della divinità protettrice degli Zora. Infine, Ikana Canyon a est è una landa desolata popolata da non-morti e dominata dalle anime inquiete dell'antico Regno di Ikana. Ogni area è caratterizzata da una cultura distintiva, con tradizioni, musiche e architetture uniche che arricchiscono il mondo di gioco e contribuiscono a creare un universo coerente nonostante le sue dimensioni contenute.
La Narrazione Attraverso i Dungeon
I quattro dungeon principali di Majora's Mask sono tra i più tematicamente coerenti e narrativamente significativi della serie. Il Tempio Woodfall esplora la corruzione della natura e il conflitto tra le tribù Deku. Il Tempio di Snowhead affronta il tema del lutto attraverso la storia del giovane Goron Darmani e del suo desiderio incompiuto di proteggere il suo popolo. Il Tempio della Grande Baia racconta il sacrificio del musicista Zora Mikau e il furto delle uova della divinità marina. Infine, il Tempio della Torre di Pietra nel Canyon di Ikana esplora i temi della guerra, della memoria storica e dei cicli di violenza che si perpetuano oltre la morte. Ciascun dungeon culmina con uno scontro contro una creatura posseduta dalla magia oscura di Majora, e la sua liberazione rappresenta sia una vittoria pratica che simbolica contro l'entropia e il caos che minacciano Termina.
La Colonna Sonora: L'Inquietudine in Musica
La colonna sonora di Majora's Mask, composta principalmente da Koji Kondo con contributi di Toru Minegishi, rappresenta una delle opere più sperimentali e psicologicamente evocative nella storia dei videogiochi Nintendo. Abbandonando in gran parte le melodie trionfali e avventurose di Ocarina of Time, la musica di Majora's Mask si orienta verso sonorità inquietanti, dissonanti e malinconiche. Il tema principale della Clock Town, che cambia progressivamente nei tre giorni diventando sempre più frenetico, è un esempio magistrale di come la musica possa comunicare l'angoscia crescente degli abitanti. Le composizioni per le varie regioni evocano efficacemente i loro problemi: le percussioni tribali di Woodfall, le armonie gelide di Snowhead, le malinconiche melodie marine di Great Bay e le lugubri composizioni spettrali di Ikana Canyon. Particolarmente notevole è il "Song of Healing", un tema melanconico che accompagna i momenti in cui Link libera le anime intrappolate, trasformandole in maschere.
Un Sviluppo Eccezionale
La storia dello sviluppo di Majora's Mask è leggendaria nell'industria videoludica. Dopo il monumentale successo di Ocarina of Time, Nintendo voleva capitalizzare rapidamente con un seguito, dando al team guidato da Eiji Aonuma solo un anno per completare il progetto. Per rispettare questa scadenza impossibile, Aonuma e Yoshiaki Koizumi decisero di riutilizzare il motore grafico e molte risorse di Ocarina of Time, concentrandosi invece su meccaniche di gioco innovative e una narrazione più matura e sperimentale. Questa limitazione si trasformò in un vantaggio creativo: non potendo competere con Ocarina of Time in termini di scala, il team optò per un'esperienza più densa, intima e psicologicamente complessa. Il risultato fu un gioco che, pur essendo tecnicamente simile al predecessore, riuscì a offrire un'esperienza radicalmente diversa e memorabile.
L'Eredità Culturale: Da Incompreso a Cult
All'uscita, Majora's Mask ricevette recensioni generalmente positive ma non raggiunse l'acclamazione universale di Ocarina of Time. Molti giocatori trovarono il sistema del ciclo temporale frustrante e l'atmosfera troppo cupa per un gioco della serie Zelda. Con il passare degli anni, tuttavia, la reputazione del gioco è cresciuta costantemente, trasformandolo in un'opera di culto celebrata per il suo coraggio artistico e la profondità tematica. Le reinterpretazioni critiche moderne lo considerano spesso un esempio pionieristico di narrazione videoludica matura che affronta temi esistenziali attraverso meccaniche di gioco innovative. Nel 2015, Nintendo ha pubblicato un remake per Nintendo 3DS che ha perfezionato alcune meccaniche problematiche dell'originale, introducendo Majora's Mask a una nuova generazione di giocatori e consolidando ulteriormente il suo status di classico senza tempo.
Impatto Culturale e Teorie dei Fan
Pochi giochi hanno generato tante interpretazioni, analisi e teorie quanto Majora's Mask. La natura deliberatamente ambigua di molti elementi narrativi ha stimolato infinite discussioni tra i fan. La teoria più celebre, quella delle "Cinque Fasi del Lutto" (attribuita all'utente internet Theoryonzelda), suggerisce che l'intero gioco sia una metafora del processo psicologico di elaborazione del lutto, con ogni regione e dungeon che rappresenta una fase diversa: negazione (Clock Town), rabbia (Woodfall), contrattazione (Snowhead), depressione (Great Bay) e accettazione (Ikana). Altre teorie popolari interpretano il gioco come un viaggio nell'aldilà di Link, morto all'inizio dell'avventura, o come un'esplorazione della psiche traumatizzata del protagonista dopo gli eventi di Ocarina of Time. Queste letture, per quanto non confermate ufficialmente, testimoniano la ricchezza simbolica e la profondità del gioco.
L'Iconografia di Majora
Visivamente, Majora's Mask ha contribuito all'immaginario di Zelda con alcuni degli elementi più distintivi e inquietanti della serie. La maschera di Majora stessa, con il suo design tribale e i colori vivaci che contrastano con la sua natura malevola, è diventata un'icona riconoscibile ben oltre la comunità dei fan di Zelda. La Luna con il suo ghigno malvagio rappresenta una delle immagini più perturbanti mai create da Nintendo, una compagnia solitamente associata a contenuti familiari. Il Skull Kid, l'antagonista posseduto dalla maschera, incarna perfettamente la tragedia centrale del gioco: un essere innocente corrotto da un potere che non comprende. Questi elementi visivi, uniti all'estetica generale che mescola folklore, horror psicologico e fantasy, hanno creato un'identità indimenticabile che distingue Majora's Mask da qualsiasi altro capitolo della serie.
Majora's Mask nella Timeline di Zelda
Secondo la cronologia ufficiale pubblicata nel libro Hyrule Historia, Majora's Mask si colloca nel cosiddetto "Child Timeline", il ramo temporale che segue il ritorno di Link bambino alla sua epoca dopo aver sconfitto Ganondorf in Ocarina of Time. È uno dei pochi giochi della serie a non svolgersi a Hyrule e a non avere Ganon come antagonista, né la Principessa Zelda come personaggio centrale. Questa libertà dalle convenzioni narrative della saga ha permesso agli sviluppatori di esplorare direzioni creative inedite e tematiche più personali. Nonostante la sua apparente marginalità rispetto alla trama principale della serie, Majora's Mask ha influenzato profondamente l'evoluzione della saga, introducendo elementi oscuri e psicologicamente complessi che sarebbero stati ripresi in capitoli successivi come Twilight Princess e Breath of the Wild.
Un Capolavoro Senza Tempo
A distanza di oltre due decenni dalla sua pubblicazione, Majora's Mask continua a essere considerato uno dei capitoli più significativi e artisticamente ambiziosi della serie Zelda. La sua combinazione di meccaniche innovative, narrazione matura e atmosfera inquietante lo rende un'esperienza unica non solo all'interno della saga, ma nel panorama videoludico in generale. Se Ocarina of Time rappresenta la perfezione della formula classica di Zelda, Majora's Mask incarna il coraggio di spingersi oltre i confini stabiliti, dimostrando come anche all'interno di una serie commerciale sia possibile creare opere d'autore capaci di sfidare le aspettative e stimolare riflessioni profonde. Il suo status di classico cult, guadagnato nel tempo contro lo scetticismo iniziale, testimonia la visione artistica di Eiji Aonuma e del suo team, e la loro capacità di trasformare le limitazioni in opportunità creative.
Curiosità
- Il nome "Majora" deriva probabilmente dalla danza folkloristica brasiliana "Bumba-meu-Boi", dove compare una figura chiamata "Major Mata", un ufficiale militare che indossa una maschera colorata.
- Il ciclo di tre giorni di Majora's Mask ha ispirato il film "Groundhog Day" giapponese intitolato "Nagai Ichibi", uscito nel 2005.
- La Fierce Deity Mask, l'ultima e più potente maschera del gioco, ha un background volutamente misterioso. Secondo alcune teorie, rappresenterebbe il vero Link adulto o addirittura il dio della guerra di Termina.
- Gli sviluppatori hanno rivelato che molte delle espressioni inquietanti nel gioco, incluso il ghigno della Luna, sono state ispirate dalle smorfie che il director Eiji Aonuma faceva per divertire il team durante lo sviluppo.
- Nel remake per 3DS, le meccaniche di salvataggio sono state modificate per rendere il gioco più accessibile, con l'aggiunta di statue gufo che permettono di salvare in qualsiasi momento.
- Inizialmente, il gioco doveva chiamarsi "Zelda Gaiden" (Zelda Side Story) in Giappone, evidenziando la sua natura di spin-off rispetto alla trama principale della serie.
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