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Perché giocare a The Legend of Zelda su Nintendo Switch.

Conosciamo bene la fama di questa saga, ma è sempre bello ripercorrere le ragioni per cui Zelda è davvero un'esperienza unica nel suo genere.

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Speciale | A che cosa servono i videogiochi?

Speciale | A che cosa servono i videogiochi?

Se un’altra persona vi chiedesse “Ma tu che cosa ci fai con i videogiochi?” la prima risposta che vi verrebbe in mente sarebbe “Cosa vuoi che ci faccia, ci gioco!”. Pur essendo una risposta del tutto legittima, se di fronte a voi vi è un individuo che non conosce questo mondo nel suo insieme, per pigrizia di trovare una motivazione valida, si limiterà a dire “Non crescerai mai, separatene o rimarrai immaturo per tutta la vita”

Dal momento che, invece, esistono numerose prove che possono smentire questa affermazione, andiamo con ordine ad elencarle: semplicemente, i videogiochi ci fanno sentire liberi di fare qualsiasi cosa, in un altro mondo, che però non significa isolarsi dalla realtà e fingere che la vita non esista. Non è affatto una perdita di tempo come sostengono alcuni, perché cimentarsi in un videogioco è l’esatto equivalente di leggere un libro o guardare un film: ci si immedesimerà nei personaggi della storia, si proverà felicità, rabbia, tristezza o commozione, si faranno nuove scoperte; solo che nel gioco il protagonista siamo noi in prima persona e sarà nostro compito fare le scelte e condurre la storia. Videogiocare non è un semplice passatempo, ma una grandissima esperienza per le numerose avventure da vivere e le difficoltà da superare, che fanno lavorare il cervello e regalano, una volta sorpassate, soddisfazione e compiacimento. Legato all'attività intellettiva, infatti, è facile abbattere il pregiudizio di chi sostiene che i videogiochi facciano male alla salute: è stato più volte dimostrato che invece essi migliorano i riflessi, la coordinazione mano-cervello, la capacità di concentrazione e di percepire informazioni visive e uditive dall'ambiente circostante, aiutano inoltre a prendere decisioni più velocemente e stimolano creatività e immaginazione. Come per tutte le cose, vale sempre il detto “il troppo stroppia”. 

L’esagerazione che porta, soprattutto i bambini, a restare ore ed ora davanti allo schermo non dipende assolutamente da un effetto di “dipendenza” dal gioco (come vogliono far credere coloro che accostano i videogiochi alle droghe): i più piccoli, se svolgono un’attività piacevole, non tendono a guardare il tempo che scorre (questo vale anche quando guardano la televisione o praticano un qualsiasi sport) perché è compito dei genitori dare un limite adeguato e insegnare loro a capire autonomamente come dividere i vari momenti della giornata e non imponendo severamente di non avvicinarsi mai ad una console. Alcuni genitori lo fanno per paura che alcuni titoli potrebbero istigare il figlio alla violenza, come hanno magari sentito dai telegiornali. Ebbene, i servizi in televisione rappresentano la disinformazione pura e semplice, che pur di trovare una giustificazione a qualsiasi cosa si aggrappano su luoghi comuni che ormai, in teoria, dovrebbero essere superati da molto: senza dubbio i giochi sono molto coinvolgenti, ma torno a ripetere che è sempre il lavoro genitoriale a dover delineare la differenza tra gioco e realtà al proprio figlio e insegnare che l’uccisione virtuale è una finzione, mentre l’omicidio vero e proprio è un’azione immorale, perversa e degenerata. Messo così, quest’argomento sembra facilmente comprensibile, ma purtroppo molto spesso la madre e il padre sono completamente assenti al giorno d’oggi oppure sono disinteressati dall'attività del loro bambino, il quale crescerà, in questo caso, maleducato e, a volte, anche violento. Per chi, quindi, si ostinasse ancora a pensare il contrario, è invitato caldamente a leggere bene queste parole e a riflettere. Se poi, la stessa persona che vi ha posto la domanda all'inizio, non soddisfatta di questa risposta, continuasse ad imputare “Eh, mettiamo anche che tu abbia ragione, ma rimani comunque un asociale perché quando giochi ti chiudi nella tua stanzetta e te ne stai da solo, senza avere alcun tipo di contatto umano” , siete incappati in un altro deforme preconcetto. Penso che i videogiochi siano una delle forme d’intrattenimento più “collettive” che ci siano: basti pensare alla semplice modalità multiplayer di moltissimi titoli, che raduna e fa divertire un gruppo di amici tutti assieme, e anche all'online, ormai sempre più presente, che pur non facendo stare i giocatori fisicamente insieme, permette di fare la conoscenza di tante persone con la stessa passione, per poi magari incontrarsi per scambiare due chiacchiere con qualcuno che abita nelle vicinanze e che magari non avreste mai conosciuto altrimenti. Aggiungiamo a questo anche i grandi raduni, che fortunatamente stanno diventando più diffusi, per l’occasione di una nuova uscita o semplicemente in una fiera: i videogiocatori non ci pensano due volte a spostarsi dal loro luogo natio per partecipare a questi incontri, per fare nuove amicizie e scambiare opinioni ed idee. Per riassumere, questo grande mondo non è affatto esclusivamente infantile, anzi è riuscito nell'impresa di tenere insieme adulti, ragazzi e bambini. 

Non vale neanche più la scusa “Eh, ma i giochi dei Pokémon sono l’esempio di gioco per bimbi” i quali, anche se sicuramente meritano un discorso a parte, sono additati come infantili da chi si crede intellettualmente superiore, avendo in mente magari solo una puntata del cartone e non avendo mai preso in mano seriamente un gioco in questione. La serie Pokémon può essere giocata da chiunque ed ognuno avrà con essi un rapporto differente: il bambino ci giocherà per la storia, le creature e per far volare l’immaginazione, un adulto può farlo anche per gli stessi motivi, ma potrà cimentarsi anche nel battling competitivo, che richiede una conoscenza approfondita di nature, EVs, IVs, set di mosse e anche una certa disinvoltura nei calcoli matematici che certamente un ragazzino non può possedere. Tornando a noi, il mondo dei videogiochi è ormai diventato vasto, vario e adatto a tutti. 

Alcuni faranno solamente divertire, altri lasceranno al giocatore un’esperienza indimenticabile, che va oltre al semplice intrattenimento, e che permette di affermare, senza alcun dubbio, che alcuni titoli sono capolavori equiparabili ad un’opera d’arte

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